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Lettera d'Amore - Sentimenti

 
Ciao “per sempre tuo Cla”.
Mi sento libera di chiamarti così, visto che tu stesso ti sei firmato in questo modo nella e-mail che mi hai scritto. Mi è arrivata in posta proprio mentre un fioraio mi recapitava un immenso mazzo di rose rosse, che ho contato diligentemente: trenta. Mittente: Claudio. Presumo non sia stata una scelta a caso, la tua: ti sarai di certo ricordato dei trenta giorni di agonia che ha vissuto la nostra storia prima di arrivare al suo termine ultimo. Pensare che invece io li avevo rimossi, ma quel numero me li ha fatti tornare magicamente alla memoria. Che strano e potente strumento il cervello, vero?
E ora, facciamo una cosa: io spenderò questi quindici minuti, uno più uno meno, per rispondere alla tua e-mail, per farti capire due o tre cosette che mi preme dirti. Dopodiché fine della parentesi tragico-idilliaca

>Ciao piccola Rosie,
>non so perché ti scrivo e non so perché ho seguito questo impulso,
>ma ora sono qui a cercare di riordinare le mie idee, sperando
>che non ti appaiano confuse e incomprensibili.

Ciao “per sempre tuo Cla”.
Se davvero non sai perché mi scrivi, te lo posso spiegare io in tre semplici parole: hai voglia di scopare. Forse sono quattro, non so se comprendere nel conto anche la preposizione “di”, ma il senso rimane comunque lo stesso. Ho come il sentore che tu agisca sotto l’impulso indotto dai famosi periodi di magra, quelli che spingono gli uomini ad aprire l’agendina e a scorrere nomi e numeri di telefono delle ex, per strappare loro un appuntamento e magari una bella scopata per ricordare i tempi che furono. Quindi, non fare lo sforzo di riordinare le idee: per essere valide, dovrebbero avere uno spazio quanto meno capiente per trovare il loro giusto posto. Le tue numerose e disordinate idee si riducono a una soltanto, che è “come cazzo faccio a rimediare a questo periodo di merda, vado solo in bianco e non ne vedo una nemmeno di striscio”. Come vedi, non è troppo complicato, basta scremare le varie possibilità assurde come “mi manchi” o “sono ancora innamorato di te” o “non riesco a dimenticarti”: le solite frasi fatte da romanzo d’amore, a cui purtroppo non crede più nessuno.

>Il fatto è che ieri, rassettando il bagno, ho trovato un asciugamano,
>quello azzurro che amavi tanto. L’ho annusato e non so come, ma
>ho sentito il tuo profumo, e mi sono salite le lacrime agli occhi.

Ma che romanticone. Tieni ancora nel cesso gli asciugamani di un anno fa, senza lavarli? Chissà che buon odorino: devo deluderti, quel “profumo” che hai sentito non può essere il mio Gucci. Quell’odore viene definito da mia nonna “puzza di cagnazzo” e fidati, non ci sarebbe se lavassi un po’ più spesso le tue cose, usando magari un buon ammorbidente. Quanto sono fortunati gli ospiti che vengono a casa tua, quando gli scappa e sono costretti a farla nel tuo bagno! Forse le lacrime agli occhi ti sono salite per un altro motivo: il tanfo di marcio provoca spesso reazioni di questo genere. E tanto per chiarire, l’asciugamano che amavo tanto era quello rosa a fiorellini. Non è che sei diventato daltonico, vero?

>Ho ripensato a tutti i bei momenti passati insieme, alle giornate
>felici e alle serate splendide trascorse a giocare con te, a fare l’amore
>ad abbracciarci sotto il cielo stellato. E a quella volta, la prima sera al pub
>che ci siamo visti e scambiati quegli sguardi.. chi l’avrebbe mai detto che
>avrebbero portato a una storia lunga due anni?

Ma guarda, che dolce! E hai ripensato anche ai momenti in cui io rimanevo da sola a casa perché dovevi vedere assolutamente la partita al bar o uscire con gli amici? Ai momenti in cui ero io a chiederti i miei spazi e mi sentivo accusare di essere una menefreghista che non pensava alla nostra storia? O a quella volta in cui ti ho trovato a letto con Lucia, quando l’unica cosa che hai saputo dirmi è stata “cara, non è come può sembrare”? Tanto per chiarire, la prima volta che ci siamo visti è stata in centro, d’estate, grazie a un amico comune. Al pub hai conosciuto Marta, te l’ho presentata proprio io, e tra una birra e l’altra hai pensato bene di maturare un’attrazione fisica per lei. Sto iniziando a pensare che tu abbia spedito questa e-mail alla persona sbagliata, o che soffra di pericolosi vuoti di memoria. Non ha ancora pensato di questi tempi a farti vedere da un bravo neurologo?

>Questo è stato un anno molto duro per me, non sai quanto.
>Svegliarmi al mattino pensando che non eri al mio fianco,
>andare a dormire la sera rivolgendo a te ogni attenzione,
>è stato un inferno, davvero.

Già, immagino. Un inferno. Deve essere stata dura girare per il mondo e fare interessanti conoscenze. Deve essere stata dura cambiare una ragazza a settimana, e scoparti italiane, inglesi, peruviane, russe, cinesi, cubane, e chi più ne ha più ne metta. E deve essere stata ancora più dura convivere con una svedese nel tuo appartamentino del centro storico, quello che ti ha regalato mammà per il tuo ventottesimo compleanno. E’ la svedese che ti ha mollato? Sicuramente, se no non staresti certo qui a mendicare e a trasformarti in zerbino pentito per me. Purtroppo avere amici in comune ti mette in una posizione diversa, diciamo di sfavore: piano piano sono venuta a sapere tutto, e ti assicuro che passato il periodo-Niagara, in cui versavo lacrime su lacrime riempiendo i fazzoletti e le palle del malcapitato di turno, mi sono fatta anche qualche risata. Se non altro ho un buon senso dell’umorismo, che ho coltivato col tempo. Probabilmente perché mi aiutava a sopravvivere.

>Ora, io non so come stai, come te la passi, come va la tua vita e
>come procede il tuo lavoro. Magari hai trovato una persona che ti
>fa stare bene, che ti ama e ti rispetta, magari più di quanto non ho
>saputo fare io nella mia immensa stupidità. Se ti avessi incontrato
>adesso, non ti avrei fatto soffrire, perché sono finalmente cambiato
>e maturato.

Bravo, sono felice per te. Il cambiamento sta nell’essere passato dall’appartamentino all’attico? La maturazione è avvenuta sotto il sole dei Caraibi? Dicono che faccia bene in effetti. Beato tu che sei cambiato e maturato, come ti invidio. Io invece no. Sono rimasta della stessa idea di qualche tempo fa, ovvero “non farti più vedere né sentire”. Non puoi pensare di scrivermi dopo quasi un anno, pensando o sperando che sia possibile riallacciare una relazione di qualsiasi genere con la sottoscritta, dopo che la nostra storia è andata com’è andata. Potrei pensare forse di venire al tuo funerale, quella sarebbe l’unica relazione accettabile a cui potrei adeguarmi: però non mi va di dire queste cose, potresti pensare che ce l’ho ancora con te, invece mi sto solo divertendo a fare la sarcastica, visto che ora ho una vita ben diversa e una persona migliore accanto a cui pensare. Quindi, sarò più chiara di quanto non lo sia stata fin’ora: ti prego, cancellami dalla tua agendina, cancellami dalla tua posta elettronica, non mendicare sesso da me in virtù dei bei tempi andati, perché non ci sono “bei tempi” da festeggiare, né nulla da recuperare.

>Se ti va fatti sentire, resto in speranzosa attesa...
>per sempre tuo, Cla

Ti ricordo che chi visse sperando morì cagando. E non aggiungo altro se non...
non più tua da quasi un anno e per l’eternità, Rosie.

E per fortuna, dico, per fortuna è andata così. L’idea di aver rischiato di passare in analisi la mia vita a causa di una persona come te, e di una storia sbagliata con te, mi fa ancora accapponare la pelle: il fatto di esserci lasciati mi consola, perché se non altro ho evitato un destino infausto. Ti auguro tanta buona fortuna con la prossima lettera: io sono una R, hai ancora dalla S alla Z, ben otto lettere considerando anche le tue amicizie internazionali. Poi dovrai ricominciare da capo, ma è il prezzo da pagare, questo: non dirmi che non lo sapevi. Bisogna accettare anche i rischi del mestiere, “per sempre tuo Cla”, e sono certa che adesso, responsabile e maturo come sei, saprai accollarteli senza fiatare.


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