Il granello di Albert - Riflessioni |
“Siamo un granello di sabbia spaccato a metà.” Albert si chiede se non sia un’immagine un po’ troppo poetica per lui, abituato a masticare matematica, numeri, calcoli. Il suo compito è cercare di dare un senso a ciò che esiste, non lasciarsi cullare dalla fantasia. Ma non riesce a smettere.
“Non s’è mai visto, in Natura, un granello di sabbia che desiderasse possedere tutta la spiaggia. Il granello di sabbia se ne sta lì, dove deve stare. Si lascia cullare dalle onde del mare e accarezzare dal vento, fa compagnia alle conchiglie e si fa riscaldare dai raggi del sole. E’ tranquillo, in pace con se stesso e col mondo. Non ha pretese né litigi coi suoi simili. Non si complica l’esistenza.”
Albert se ne sta assorto a riflettere, seduto sulla spiaggia bianchissima, proprio sotto alla palma verde, proprio di fronte all’oceano blu.
“Perché l’uomo non impara dal granello di sabbia?”
Albert cerca una risposta, e mentre assapora con tutti i sensi l’odore salmastro e intenso dell’acqua, ricorda a se stesso che questa vacanza l’ha davvero meritata. Non vuole dimenticarlo, è troppo importante.
“Forse perché il granello non sembra curioso e non viaggia mai?”
Albert sfiora la fronte col palmo della mano e guarda lontano, più lontano che può verso la linea dell’orizzonte. Lui, che è abituato a scrutare lo spazio profondo e a cercarvi ispirazione per i suoi calcoli complicati, trova un gesto insolito osservare dritto davanti a sé. Ma non limitante.
“Eppure non esiste solo il granello di sabbia pigro. Esiste anche l’avventuroso. Per appagare questo suo istinto, spesso accade che si lasci trasportare dalle correnti dei mari e degli oceani. Può conoscere altri luoghi, incontrare pesci, cetacei e organismi di ogni sorta. Può accadere poi che si infili all’interno di un’ostrica per esplorarla, passando attraverso piccoli pertugi e difficoltà. Ma una volta che ne è uscito, è una perla bianca, pura, lucente. Così luminosa che quando i raggi di sole la colpiscono, rifulge di mille sfumature. E che cosa c’è di più bello e luminoso delle perle?”
Ma Albert è un astrofisico e la risposta viene da sé.
“Le stelle.”
E’ stato un anno duro per Albert. L’estate lo ha sorpreso affaticato e di nuovo solo dopo dodici anni. Un mese di vacanza rigenerante in solitudine, per riprendersi da un abbandono e da un lutto. In certi momenti preferirebbe essere polvere di stelle o energia cosmica, e librarsi attraverso le infinità del tempo e delle galassie ancora sconosciute. Così immense da fare apparire questo momento un granello di sabbia spaccato a metà.
“Le stelle sono come noi. Nascono, vivono, muoiono. Ma dopo essere morte continuano a fare luce. Noi la vediamo. Nella loro vita hanno fatto qualcosa di talmente bello e nobile che la loro luce rifulge anche milioni di anni dopo la loro scomparsa. E noi ne godiamo.”
Due bambini si rincorrono sulla spiaggia, dando calci poco decisi a un pallone. Si spingono, uno dei due cade e l’altro continua a correre calciando come se niente fosse la sfera di cuoio.
“Perché l’uomo non impara dalle stelle?”
Albert si gratta il capo e si fa sfuggire un sorriso.
“Forse perché le stelle sembrano così lontane e irraggiungibili?”
Eppure ad Albert piacerebbe essere lassù, ai confini del cosmo, dove solo i quasar pulsano e regnano.
“Chissà com’è il mondo visto da una cometa, da una galassia lontana, da una piccola particella atomica? Chissà com’è l’universo dove ancora non è arrivata la materia in espansione? Sarà nero, buio e freddo... vuoto?”
Un passante di mezz’età dall’aria ricca e annoiata, con un bastoncino leggero, la camicia hawaiana e il cappello di paglia, gli si ferma davanti e lo guarda distrattamente. Albert alza gli occhi e all’improvviso apre la bocca lasciandosi sfuggire una domanda ad alta voce.
“Ma lei lo sa che il nostro è un sistema solare di seconda mano?”
Il passante, colto alla sprovvista, gli fa un sorrisino imbarazzato e prosegue per la sua strada. Così Albert torna a riflettere in silenzio, e a cercare le risposte da solo.
Partecipazione Premio letterario Città di Sassuolo ed.2004
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