Al mio dolce amante - Eros |
Ciao mio dolce Jean, che sorpresa, vero? Scommetto che non ti aspettavi di trovare una lettera indirizzata a te, stasera. Era probabilmente l’ultima cosa a cui pensavi, tornando a casa: in effetti non capita tutti i giorni ma, lasciamelo dire, questa era proprio un’occasione speciale. Sarà un nuovo, intrigante gioco? Sarà una fantasia, un segreto svelato? Sarà... un addio? Chissà quante domande ti starai facendo in questo momento: tutto ciò che invece devi fare, è un respiro profondo. Libera la mente. Sento che ora sei pronto.
Sono stata molto dolce e premurosa, l’avrai notato: ho usato la mia preziosa carta pergamena per scrivere la lettera, quella che quando la tocchi sa di antico e scricchiola sotto le dita. L’ho profumata e l’ho chiusa nella sua bella busta apponendo un timbro di ceralacca. Sì, è proprio quello che mi hai regalato tu per il mio ventiquattresimo compleanno, con le mie e le tue iniziali unite da un labirinto di linee celtiche. L’ho infine appoggiata delicatamente sul tuo cuscino con mille premure, circondandola di fiori di bouganvillea per renderla ancora più attraente. Ho cambiato le lenzuola, te ne sei accorto? Ho messo quelle di raso nero che ti piacciono tanto, quelle su cui mi hai sedotto la prima volta che ho messo piede nel tuo appartamento, con quel delizioso e sensuale dopocena a base di fragole e champagne. Tempi che sembrano remoti: assieme a te questi due anni sono volati via davvero in fretta. Non me ne capacito. Siediti ora, e accarezza la rosa rossa che ho adagiato dalla parte dove dormo io abitualmente: senti com’è setoso il bocciolo, guarda com’è vivido il colore, annusa com’è inebriante il profumo che regala. E’ o non è una meraviglia? Stai attento però a non pungerti le dita con le spine, non le ho tolte: non vorrei ti facessi del male. Immagino che sarai stanco, di ritorno dal lavoro. O meglio, per essere più precisi, dal “dopo lavoro”. Quello che stai portando avanti così diligentemente e coscienziosamente da qualche mese a questa parte. Dovrei ringraziarti di cuore: credo che Satine apprezzi davvero tanto quello che fai per lei. E’ la mia migliore amica, le ho sempre voluto bene, e sapere che la stai rendendo felice non può che riempirmi il cuore di gioia. Dopotutto, come biasimarla? Una delle prime cose che ho notato frequentandoti era la tua grande abilità sotto alle lenzuola, ed è normale che le donne di buon gusto lo capiscano e lo apprezzino quanto me. Ora vorrei ti rilassassi un attimo e perdessi un minuto del tuo prezioso tempo per dedicarlo alla lettura di queste righe: cercherò di non essere prolissa, lo so che è un mio grande difetto, che tu me lo rimproveri sempre. Mi limiterò, te lo prometto, ce la metterò tutta. Volevo esprimerti il mio rammarico per non avere capito prima la causa dei tuoi dinieghi in tutti questi mesi: sai, ero arrivata a credere di non essere più così attraente perchè ogni volta che volevo fare l’amore con te ti giravi dall’altra parte, voltandomi la schiena, trovando mille scuse. Sulle prime ci ho pianto tanto, sono arrivata addirittura a pensare di non essere più sexy e di aver perso il mio fascino. Invece le ultime due settimane sono state illuminanti: mi scuso molto per aver letto il messaggio di Satine sul tuo cellulare cinque giorni fa, lo so che è stata una violazione di quella privacy a cui tieni tanto, ma non ho potuto fare a meno di cercare la prova definitiva. Le tracce (quelle di rossetto sulle tue camicie soprattutto, ma anche quelle dei graffi sulla tua schiena) stavano diventando sempre più evidenti. Ho giocato a interpretare l’ispettore Closeau, e ho risolto il caso. Voglio che tu sappia che non ce l’ho con te per il tuo infame tradimento. Ce l’ho con me stessa. Dopotutto, il primo errore l’ho commesso io: io ti ho presentato la mia migliore amica. Se fosse rimasta negli Stati Uniti a lavorare non vi sareste mai incontrati, ma è tornata e io ho avuto la brillante idea di organizzare una cena di bentornato a casa mia. Davvero una bella festa quella sera. Avevi creduto davvero che quella sera non me ne fossi accorta? Come la guardavi, come la spogliavi con gli occhi, quanto la desideravi. Sono certa che avresti venduto anche tua madre per poter avere una sola notte di sesso con lei. Sei fortunato ad averla ottenuta senza pagare un così caro prezzo. Lei è sempre stata abbastanza selettiva con gli uomini: il fatto che tu sia un tipo fascinoso avrà inciso, ma forse ciò che realmente le ha dato la spinta a dirti di sì è stato il fatto che eri già occupato, e per di più con la sua più cara amica. Ad alcune donne questo regala quel qualcosa in più che rende tutto più afrodisiaco ed eccitante, e so per certo che lei non riesce a vivere senza un po’ di trasgressione nella vita. Il fascino del proibito... E’ una furia a letto, vero? Una vera pantera. Scommetto che ti aspettavi la solita bellona tutta esteriorità e senza iniziativa: presumo che ritrovarsi tra le grinfie di una belva come lei ti abbia lasciato interdetto, sulle prime, ma immagino che tu ci abbia fatto in fretta l’abitudine. E’ una grande regola della vita: al meglio ci si adatta subito. Ecco perchè arrivavi a casa così stanco, la sera: altro che straordinari in ufficio, scopavate a sangue, voi due. E io a casa sola a guardare la televisione: ti invidio, in questi ultimi mesi hai avuto una vita assai più movimentata della mia. Ho provato a figurarmi il vostro primo incontro, ma non ci sono riuscita. Troppo doloroso anche solo fantasticarlo, poi non avrebbe avuto alcun senso, non trovi? Probabilmente vi sarete scambiati qualche sms, uno tira l’altro, tu avrai fatto qualche battuta maliziosa, lei ci sarà cascata e vi sarete ritrovati nel primo motel tra qui e la Cité a fare sesso. O forse le battute maliziose le ha fatte lei, chissà. Ma non importa, so come vanno queste cose. Quello che davvero importa è la mia giornata di oggi. In fondo non avrai mica pensato che io ti abbia scritto questa lettera per dirti quanto sei bastardo e rinfacciarti quanto male mi hai fatto, non è vero? Dimmi che non l’hai pensato, perchè questa non è la lettera di una donna tradita, annientata, annichilita dal dolore. E’ la lettera di una donna che ha ritrovato se stessa. Certo non è stato facile, ce l’hai messa davvero tutta per mettermi k.o. ma ti assicuro: non ci sei riuscito. Oggi sono andata in palestra, durante la pausa pranzo. A dire il vero la frequento da un paio di settimane: visto che non mi guardavi più avevo pensato di rimettere in sesto il mio corpo malandato e poco attraente facendo esercizio fisico e ti dirò, con mia grande sorpresa ho capito che il mio corpo non aveva davvero nulla che non andasse. Era tutto in ordine. Ti chiederai come l’ho capito. L’ho capito esattamente tre giorni fa, quando uno dei tizi che frequentano la palestra con me mi ha proposto un pomeriggio diverso dal solito, a casa sua. Ho accarezzato i suoi bicipiti lucidi di sudore con un dito, lievemente, come ho fatto con te la prima volta: lo sai che adoro i bicipiti. Ho percorso con lo sguardo ogni centimetro del suo corpo, soffermandomi sulla mascella decisa, sull’addome potente, mentre con la lingua mi inumidivo le labbra e lo guardavo dritto negli occhi penetranti. Poi ho risposto di sì. Ho telefonato all’ufficio dicendo che non sarei tornata perchè non mi sentivo molto bene. Sono salita da lui alle due e sono uscita alle otto. Tanto tu saresti tornato alle nove, avrei fatto comunque in tempo a prepararti la cena, a farti trovare le tue amate pantofole calde in camera da letto e a infilarmi sotto alle coperte dopo aver consumato un pasto frugale, aspettando di sentire il rumore della tua chiave infilarsi nella serratura. Un calcolo perfetto, senza margine di errore: in fondo tu sei un abitudinario, non avresti mai rinunciato alla tradizionale ora e mezza di sesso sfrenato con Satine. Ho fatto la stessa cosa ieri. Identici passaggi. L’ho rifatto oggi. E come vedi sono stata ancora più efficente visto che sono riuscita a preparare il letto come lo vedi ora, con le lenzuola speciali, a fare la valigia e a scriverti questa lettera: ho ottimizzato i tempi. Probabilmente non puoi capire le sensazioni che ho provato e ritrovato in questi ultimi tre giorni, dopo così tanto tempo: capisco che la mia migliore amica sia una fiera altéra e assatanata, ma sei stato egoista a non tenere nemmeno un briciolo delle tue energie sessuali anche per me per tutto questo periodo. Così ho trovato qualcuno che mi aiutasse a riprendermi. Luis è stato magnifico, questo pomeriggio in particolare. Non abbiamo fatto nemmeno in tempo ad entrare nel suo appartamentino che mi aveva già alzato la gonna e spostato gli slip iniziando a leccarmi e a farmi godere con la lingua lì, in piedi sul pianerottolo: appoggiata alla porta, sentivo le sue dita frugarmi dentro e non riuscivo a ragionare, ma avevo paura che qualcuno ci scoprisse. Sai che non sono mai stata trasgressiva fino all’esibizionismo, no? Mi ha spinto all’interno chiudendo la porta alle sue spalle e iniziando a spogliarsi senza attendere un minuto di più: mi ha strappato la camicetta e mi ha abbassato il reggiseno immacolato, succhiando avidamente i capezzoli che sotto alle sue labbra diventavano sempre più duri e piccoli. Appoggiato a me, sentivo la sua eccitazione crescere fino a che ho pensato fosse sul punto di esplodere e non ce l’ho fatta: gli ho abbassato i pantaloni di cotone e l’ho preso in bocca tutto, completamente. Per un secondo ho temuto quasi di rimanere soffocata: quando non si è abituati a certe misure bisogna andare caute, e io Luis lo conosco solo da tre giorni. Ma quando l’ho sentito eretto e pulsante tra il mio palato e la mia lingua ho perso ogni ritegno e ho continuato a leccarlo e succhiarlo fino al limite, mentre lui mi pregava di non smettere. Poi mi sono staccata con aria di sfida. S’è sentito tradito dal mio gesto, e per vendicarsi mi ha sollevato e costretto a piegare il busto: mi sono ritrovata mezza svestita a sedere all’aria, in equilibrio sul divano, e senza rendermenere quasi conto l’ho sentito entrare e investirmi con la sua passione. Ha iniziato a spingere avanti e indietro come una furia, mentre le sue dita giocavano col mio clitoride gonfio e bagnato. Lo sentivo parlare ma non sono riuscita a capire quello che mi diceva, ero in un altro mondo e l’unica cosa che percepivo era la potenza dei suoi colpi e le sensazioni che provocavano nel mio ventre avido d’amore. Mi ha risvegliato il suo dito bagnato di saliva che si infilava ed esplorava il mio ano procurandomi sensazioni contrastanti, tra il fastidio e il piacere: ma non riuscivo a dirgli di smettere. Quando l’orgasmo mi ha travolto è stata una liberazione, mentre lui ancora spingeva e mi teneva stretta per le cosce impedendomi di scivolare via. L’ho sentito venire dentro di me con una forza che non credevo esistesse, regalandomi un lunghissimo momento di piacere. Poi ci siamo abbandonati, l’uno tra le braccia dell’altro, e siamo rimasti così per un po’... prima di ricominciare. Mi ha scopata come si scopa una puttana. Io in quel momento ero la sua puttana, come sono stata la tua fino a qualche mese fa, quando hai deciso di prenderti una vacanza. Non so se avevi intenzione di dirmelo, non so nemmeno se hai mai pensato di rompere con me per metterti con Satine, se avete mai parlato di come risolvere la situazione. Non lo so e non mi interessa. Ho voluto solo farti sapere che il coraggio per dirti che ora mi scopo un’altro io ce l’ho, a differenza tua. La mia parte di armadio è vuota, adesso. Se ti senti troppo solo e se riesci a convincere la mia migliore amica a trasferirsi da te per pulire l’appartamento e farti trovare sempre la cena pronta, puoi farle prendere tranquillamente il mio posto, non sono gelosa: avrai notato che lei è così sofisticata... in effetti è abituata a prendersi il meglio, e non so se i tuoi calzini e le tue mutande da lavare e rammendare possono essere considerati tali. Sono sicura che troverete un accordo. Prima di rientrare a casa per l’ultima volta, stasera, mi sono fermata dal fioraio all’angolo per comprare lo splendido bocciolo di rosa che sta ancora sul letto accanto a te e in uno slancio di generosità ne ho spedito uno anche a Satine, con un biglietto, per ringraziarla della sua devota amicizia che l’ha portata a condividere con me anche il mio uomo. L’ho sempre considerata una ragazza di grande cuore, e ne ho avuto la riprova. Si è occupata di te, spero che continui a farlo. Potrete far seccare le rose, se volete; sarebbe un peccato, belle come sono, lasciarle sfiorire e buttarle via. Poi è un modo come un altro per ricordarvi di me, se mai lo vogliate. Goditi Satine, mio caro, finché dura.
Un saluto dalla tua nuova ex fidanzata, Lucille.
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